A Fabio, 5 aprile 2009.

sabato 6 settembre 2008

Principato di Monaco, giorno 2

Ieri mattina, in macchina, io e Carla ci siamo tolti il dente, ovvero siamo andati a visionare il percorso bike. E l'espressione ha svariato tra lo stupore, il terrore e la disperazione, mano a mano che proseguivamo. La prima salita, dal mare a Peille, tira, tira sempre, e per 24 km. In auto sembra molto dura, quindi e' importante la tenuta mentale, qui potrei impiegarci anche 2 ore e farmi prendere dallo sconforto. Le altre 2 salite che si affrontano, il Col de Calaisson e La Turbie dall'interno non sono cosi' dure, ma se ho cotto la gamba prima, possono essere durissime. Inoltre le discese non sembrano permettere grandi recuperi, e cio' mi deprime ancora di piu'.

Tornati all'hotel molto mogi, decidiamo di andare in spiaggia, e proprio al Larvotto. Anche per registrarmi, dove mi danno tutto il necessario e un grazioso zainetto con il logo del mezzo IM. La vera rottura e' che non si puo' accedere alle sacche all'ultimo momento, domenica mattina, anche solo per aggiungere il GPS, e cio' mi costringe a sperare che la carica duri da oggi pomeriggio. (si scarica anche da spento, il Garmin...) Il mare, infine, e' un po' mosso ma provo lo stesso a nuotare un po', senza muta, tanto e' caldissimo. Mentre nuoto mi ripasso il giro della bici, e -come faccio spesso- mi viene da paragonarlo ad altri percorsi.

La partenza mi ricorda La Spezia, pronti-via, rettilineo e salita subito, solo che la salita la' e' molto piu' corta. O -ancora meglio- una GF del Pegaso Team, dove dopo un breve tratto di Aurelia si prende il Giogo di Toirano (15 km costanti al 4,5%). Il resto ricorda molto l'interno ligure, si'. Alla fine decido di fare comunque un giro, e alle 18 inforco la bici. Arrivo fino alla Turbie, ritorno a Roquebrune, quasi al mare e risalgo: certo, non e' bello, ma il diavolo non e' cosi' brutto come lo si dipinge.

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