A Fabio, 5 aprile 2009.

lunedì 28 settembre 2009

Welcome back!



Un ritorno sorridente e per nulla rammaricato dall'Elba. Dopo un bel giro turistico, Lacona, Capoliveri e Porto Azzurro, un tranquillo traghetto in compagnia di Marco, Sammaro, Mazzo e signore e poi via una bella tirata fino a Bologna. Pizza vera per cena, mica come ieri sera, una Catari' orribile e cruda all'Aragosta, ristorante a cui dovrebbero -nell'ordine- ritirare la licenza di ristorante, frustare i camerieri e mandare in galera i proprietari ma sopratutto il cuoco.

Quindi, a mente fredda, alcune considerazioni su questo IM, ad uso e consumo di chi lo organizza (Marco) e di chi lo ospita (le istituzione dell'isola d'Elba). Mi scuso prima della franchezza (la diplomazia non mi appartiene) e di eventuali imprecisioni che verranno immediatamente corrette, se segnalate.

1) Organizzato e' organizzato bene. Sacche, consegna delle bici il giorno prima, insomma, una routine piuttosoto consolidata e ottimale. Magari ci si aspetta un appoggio maggiore (soprattutto logistico) dalla Federazione, ma sappiamo tutti come la pensano, a Roma, sugli Ironman. Lasciando al singolo Marco la parte gravosa, salvo poi appropriarsi del fatto che sia "gara valida per il campionato italiano di distanza ironman".

2) Volontari volenterosi e bravissimi, ma vittime delle situazioni (vedi sotto)

3) Cio' che e' veramente negativo e' l'atteggiamento delle strutture del posto (parlo del Select, 4 stelle). A parole offrono agevolazioni, appoggi, ma in realta' appena si esce dall'orticello (una richiesta qualsiasi) ecco la frasettina che rompe l'idillio (e i maroni) "Non e' possibile, sa, voi avete gia' un prezzo di favore..." Certi albergatori bisognerebbe caricarli in massa e portarli in Romagna, cosi' capiscono cosa vuol dire "l'accoglienza".

4) Istituzioni. Capisco che non si puo' bloccare una parte dell'isola un giorno intero, ma almeno per quel giorno limitare il traffico... Almeno ai pulmann! Niente.. Qualche vigile, una pattuglia della Polizia ed una dei Carabinieri e -per fortuna- tante moto a liberare il traffico, solo, pero' in zona traguardo. Anche una presenza istituzionale alla partenza o in altra occasione avrebbe dato piu' lustro all'evento (visto che poi gli hotel, i ristoranti, e quant'altro li paghiamo e portiamo turismo...)

5) La popolazione locale. Certo, non si puo' pretendere, anche qui, di avere tutti a disposizione, ma almeno che aiutino a rendere l'evento "speciale" si poteva riuscire. Ed invece moltissimi che non sapevano cosa stava accadendo, alcuni volevano passare con l'auto nel circuito della maratona... Un delirio.

6) Cultura sportiva. Certo, noi italiani non brilliamo di cultura sportiva e sportivita', quindi se non ci sono giudici a far rispettare il no draft facciamo grupponi anche in gare come questa dove era impossibile fare scia. Quanti erano i giudici a sorvegliare il no draft? Io ne ho visto uno solo in 120 km!

Infine i saluti ed i ringraziamenti (una parte, che mica vi ricordo tutti...)

Il Gira, che mi ha sostenuto fin dal venerdi.
Quelli del Pasta Granarolo.
Maurizio e il Gambero
Ettore e Gianluca (e signore)
Maurizio e Micol che ho conosciuto dal vero.
Quello del Varese Triathlon che pensava di arrivare ultimo.
Amedeo, che uscito dopo un bel po' di me dall'acqua mi ha dato 60 km tondi in bici.
Gianni che e' venuto qui per me e se ne e'andato con il titolo di Campione Italiano di categoria (ed e' il secondo: ci sta prendendo gusto!)

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