A Fabio, 5 aprile 2009.

domenica 20 ottobre 2013

Hawaii 2



Mercoledi 16
Oggi decidiamo per un tour culturale di Honolulu. Noi infatti siamo a Waikiki, che e' come dire Riccione per Rimini. Decisi a sfruttare i mezzi pubblici ci armiamo di dollari cash (e contati, 2 e mezzo a testa), e ci mettiamo ad aspettare uno dei numerosi autobus (13, 2 o 19, fra gli altri), giusto di fianco al nostro hotel.

Con un viaggio piuttosto lungo e pieno di fermate, arriviamo nella zona dei (pochi) monumenti: statua dei vari re che c'erano prima degli americani, palazzo del Senato hawaiano, musei e palazzi storici, tutti chiusi, comunque, per lo shutdown. L'unico aperto e' il sito storico dei missionari, cui decidiamo di accedere, ma in poco siamo pentiti, dato che le descrizioni fornite della guida (solo tour guidato e "blindato" fra le varie sezioni) che ci obbliga a stare delle mezze ore a sfarci piegare anche troppo minuziosamente le varie fasi della "conquista" religiosa da parte dei missionari ci distrugge ed inquieta. Alla prima possibilita' scappiamo.










Proseguiamo, e finiamo il notro giro a Chinatown, non certo memorabile, e riprendiamo il bus per Waikiki senza ripagare, perche' il biglietto dura due ore (e l'autista dell'andata ce ne ha regalata una in piu').

Al pomeriggio, dopo esserci strafogati in un All-You-Can-Eat giapponese, ci dedichiamo alla spiaggia e al tramonto, decisamente affascinanti. Cena a base di insalata comprata in uno dei numerosi ABC shop che vende di tutto a fianco dell'hotel.


Giovedi 17
Tour dell'isola, che vale sicuramente la pena. Ma prima, nonostante una colazione base ci sia offerta dall'hotel, propendiamo per il collaudato bran flakes + latte che ci accompagna da quando siamo arrivati qua.  Dopo aver noleggiato un auto dietro l'hotel, con varie soste alle varie spiagge, look out e localita' piu' o meno famose, fra cui Haleiwa, citabile per Matsumoto, che vende ghiaccio "rasato" ovvero ghiaccioli colorati. Poi il suo business consiste anche in "apparel", magliette e vari ammenicoli che vende a giapponesi impazziti di gioia.







Diversamente da Kona, decisamente piu' "USA", Oahu, l'isola di Honolulu, e' giapponese. Insomma quello che non riuscirono a fare nel 1941 adesso e' pienamente riuscito, con frotte di giapponesi che arrivano quotidianamente. Non solo, ma ristoranti sono per la maggior parte Sushi Bar o Teppanyaki, e moltissimi commessi parlano giapponese.

Ovviamente le maggior marche fashion hanno subodorato l'affare e hanno uno o piu' negozi qua, regolamermente assediati da giapponesi. Vedere poi -con 30 gradi- che minute giapponesi, coperte dalla testa ai piedi per ripararsi dal sole indossano con nonchalance stivali UGG con il pelo, lascia un po' sbigottiti. Ceniamo ancora in camera con insalata di ABC.


Venerdi 18
Oggi abbiamo il Diamond Head Crater, famoso cratere di vulcano spento diventato anche rifugio durante la seconda guerra mondiale. Visitarlo non e' lungo (il sentiero e' poco piu' di 1,3 km), e si sale 200m per un sentiero tortuoso e varie scalinate, ma noi abbiamo fatto anche la strada a piedi, dall'hotel, aggiungendo oltre 3 km all'andata (in salita) ed altrettanti al ritorno. Cosi ci premiamo concedendoci un'altra volta il sushi favoloso sulla Kalakaua Ave. Ancora spiaggia pomeridiana con tramonto (ed oltre).




 







Sabato 19
Per il nostro ultimo giorno qua, decidiamo a malincuore di non visitare Pearl Harbour, appena riaperto e sicuramente affollato ma di fare un giro per negozi. Poi nel pomeriggio, volo per Maui. Atterriamo a Maui che e' buio, e il panico mi prende quando mi accorgo che non c'e' il trolley, ritiratomi in cabina e non consegnato allo sbarco. Siccome avevo tutto (biglietti di ritorno, schedine cellulari, riferimenti di ogni tipo e -soprattutto!- la mdaglia di Kona stavo letteralmente impazzendo. Grazie ad un addetta dell'aeroporto ne torno in possesso ma ho passato un brutto quarto d'ora...

Cosi', in leggero ritardo prendiamo l'auto e ci avviamo per l'hotel, l'Aston Maui Banyan. Quando arrivamo in camera, sorpresa, e' un appartamento con cucina dotata di ogni confort (lavastoviglie, lavatrice e asciugatrice compresi). Un po' spaventati torniamo alla reception, e questa ragazzi dai capelli ramati con un sorrisone ci dice "Free upgrade fror you guys!" Uh, signur. Ceneremo al Cafe O Lei a fianco dell'hotel, che sarebbe fantastico se non fosse cosi' rumoroso.

Domani sara' tutto molto bello, al solo pensiero che il mare e' li': bastera' attraversare la strada....

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