A Fabio, 5 aprile 2009.

martedì 5 agosto 2014

Ironman Boulder (Colorado, USA) - Day 5 (The Ironman Day) & Day 6 (The Day After)

3 agosto

Per una volta la sera precedente alla gara riesce tutto. Praticamente alle 21 dormo già. Quindi la sveglia delle 3.50 non mi da noia. Non mi alzo più a certi orari, ma questo Ironman e' un po' più complicato... Dall'hotel dobbiamo prendere una prima navetta che ci porta alla Boulder Hight School, dove c'e' la T2 (anche se non devo fare nulla). Da qui solo gli School Buses possono andare allo start. E sono inflessibili, neanche a piedi e' permesso l'accesso alla Reservoir. 

In effetti tutto riesce in perfetto timing e con un'organizzazione spaziale. Alle 5.15 sono già alla bici... E adesso fino alle 6.30 che faccio? Vabbe', gonfio le ruote. Metto le barrette nella pochette. Ne aggiungo sul cannone. Posiziono la borraccia iniziale (la speranza delle borracce personalizzate....) e ho finito. Alle 5.30. Allora cominciamo a girare io e Carla per capire lo start, il percorso, dove uscirò con la bici... Alle 6 mi comincio ad infilare la muta. 

La temperatura si e' rinfrescata, rispetto alle 4, ma si sta bene a torso nudo. Alle 6.15 ho la muta chiusa e mi avvio allo start. Ovviamente la Morning Gear Bag si doveva lasciare dalla parte opposta, quindi la do a Carla che la prende malvolentieri. La partenza avverrà in questo modo. Alle 6.30 daranno il via, ma siccome la rampa di accesso e' stretta hanno messo carampane locali con un cartello con le zone di partenza con orari, sotto l'ora, fra l'ora e ora e quindici eccetera. Io mi posiziono fra gli ultimi dell'ora ora e quindici ed i primi ora e sedici ora e trenta. 

E alle 6.30 puntualissimi, Boom! E via cominciamo a defluire in acqua. Mi sento bene, il braccio via via che passa il tempo si indolenzisce, ma il fastidio rimane stabile. Nuoto tranquillo, non voglio forzare, perche' poi potrei pagare in bici. Io sicuramente non so nuotare, ma tra quello che zigzaga e puntualmente ogni botta che prendeva dal mio gomito bionico modificava la traiettoria, salvo poi immancabilmente tornare sul mio gomito irresistibilmente attratto, l'altro bisonte che doveva proprio passarmi sopra, la ragazza che appena le ho sfiorato i piedi si ferma, e mi domanda (credo) cosa faccio... Insomma una carrellata di non nuotatori davvero incredibile. 

Carla poi mi racconterà che sono stati tanti che fatte un tot di bracciate sono tornati a riva. Valli a capire. Il percorso e' un triangolone in un giro unico, e infatti il Garmin spara 4260 m. Comunque sono fuori, e incredibilmente moltissime bici sono ancora sugli stralli... Eppure ho impiegato quasi 90 minuti.... Parto dopo un cambio tranquillo, in effetti era tanto che non nuotavo così a lungo. Prendo la bici e monto... No, mi fermano "Just around the corner!" mi urla un volontario, meglio -penso- dopo la salitella.... 

E parto. Per dieci chilometri mi sono domandato se era il caso di insistere. 15/16 kmh piantato su un falsopiano a salire al 2, 3%. Migliorera', continuavo a ripetermi. Pazienza, e fra 2 ore viaggeremo ai 30 allora. Dopo due ore andava un po' meglio ma mica poi tanto. 20, 22 all'ora. La media era sui 23 e mezzo ma solo grazie a due discese lunghissime fatte a rotta di collo.

Per fortuna la posizione in bici e' ottimale, e il dolore solito alle spalle arriverà molto più avanti, ma comunque fino alla fine riusciro' a mettermi sulle appendici per un po'. Fino a meta' il percorso e' anche godibile, se non fosse che non e' mai all'ombra e quei terribili rettilinei non finiscono mai. Le strade sono aperte al traffico ma nessuno suona o si lamenta che e' in coda (alcune veramente lunghe). 

Arrivo al primo dei due rettilinei verso sud da 10 miglia (17 km). Tutto al sole. Un po' su, un po' giu'. Caldo soffocante, 1600m di altitudine e comincio a non stare benissimo. Non riesco più' a bere, mangiare neanche e il sole picchia di brutto. 34,2 gradi. Comincio a fermarmi nelle poche ombre che gli alberi concedono. Arrivo a Boulder in condizioni da ritiro, ho pure fatto una pausa perché avevo i conati di vomito. Basta, mi ripeto, arrivo in zona cambio e mi ritiro. 

A 10 km dall'arrivo procedo ai 12 all'ora, e dire che non ci sono più' salite, l'ultima, 100m al 14% l'ho bellamente camminata. Sono certo di avere un mezzo colpo di calore. Si, ok in zona cambio mi ritiro.... Beh, ho anche 7 ore per fare i 42 km.... Insomma arriviamo e vediamo! Arrivo. Si smonta dalla bici e si cammina 3 minuti (no anche questa?), ma almeno la bici la prende un volontario. La deposita sugli stralli del campo da football (americano). Prendo la sacca e vado a cambiarmi. 

Sono seduto e medito il ritiro, anzi ne sono convinto. Pero' capisco che non ci sono più' barelle. E allora mi dico, oh, si vede che e' destino. Indosso le scarpe e mi avvio sul percorso della maratona. Mano a mano che passano i chilometri riesco a digerire, e la nausea mi passa. Ma basta che ad un ristoro ribeva la dolcissima acqua purificata di cui tanto si deliziano gli americani (lo sapete che non vendono più l'acqua gassata al supermercato?) e addio, torna la nausea, e il mal di pancia. Incontro finalmente Carla, che mi accompagna per un po'. 

Provo a mangiare il pane, ma anche quello non va giu'. Continuo a fare calcoli, in sostanza se il chilometro lo percorro in meno di 9 minuti e 30 secondi arrivo in tempo. Ad un certo punto del secondo giro (di 2) mi sembra di stare bene,  e comincio a correre. 4 chilometri a rotta di collo. un po' recupero, ma adesso sono svuotato e privo di energie. Ma cammino e neppure mi fermo. Carla mi accompagna per gli ultimi 4 chilometri. E' fatta. arrivo alle 23.43.  La medaglia me la mette al collo una stangona: molto dopo vengo a sapere che e' la vincitrice. 



Anche questo Ironman e' fatto. O meglio, lo diamo per fatto, perché per la regola strana della partenza delle 6.30, il tempo viene preso in real time e chi arriva entro la mezzanotte, pur avendo superato le 17 ore (ed e' il mio caso, per 4 minuti), viene considerato DNF, ma comunque arrivato (infatti i parziali ce li ho tutti) ma non avrei concorso alla slot per Kona. In verita' io mi sento Finisher a tutti gli effetti, ma capisco chi potrebbe storcere il naso. Tuttavia il kit da Finisher mi e' stato dato, e il mio tempo e' stato considerato. Quindi 17imo Ironman in saccoccia.



Bellissima sorpresa anche al ritiro della bici, con un coprisella degno di tutti i finisher.



Dedicato a chi mi ha  aiutato a raggiungere questi traguardi, rimettendomi in sesto il gomito, plurifratturato da un anonimo incosciente che ci ha travolti, lui su un furgone, a me e  Roberto Celi, in bici, lo scorso 19 marzo: dal Professor Trisolino e la sua equipe, al Dott. Lorenzo Marchesini Reggiani che mi ha dato fiducia nei primi momenti, alla dottoressa Giulia D'Apote e al Fisioterapisti Giovanni La Rosa e Matteo Parigino del Centro Isokinetic di Bologna, che sono stati sordi alle mie suppliche e hanno fatto il loro mestiere alla grande. 

4 agosto 

Il risveglio post Ironman non ha nulla da invidiare alla sensazione di totale distruzione interna. Il mio corpo e' tutto un dolore, e io avrei bisogno di una tuta intera di Compressor. Oltretutto, nei momenti in cui cominci a ragionare sulla giornata, suona l'allarme antincendio e gli ospiti diligentemente abbandonano le camere e si dirigono al punto di raccolta, capisci che devi farlo anche te. Gia', ma se anche solo mettere 2 passi in fila mi riesce difficile? Alla fine riusciamo a raggiungere il parcheggio, praticamente quando i Vigili del Fuoco hanno già' constatato che era un falso allarme. 


Cosi' ritorniamo in camera e con moltissima calma prepariamo un po' tutto. La colazione al limite del tempo massimo, e poi un salto (a piedi) per cercare le ultime cose all'Expo ma a mezzogiorno ci ritroviamo con i volontari e nient'altro. Allora siamo ritornati all'hotel, passando per il Safeway, in attesa della sera, io smonto e rimbalzo la bici, stavolta tutto si svita e partono pochi accidenti. Comunque anche Carla aveva il suo esercizio di corsa. Ma stavolta l'ho seguita con la bici dell'hotel, ed ogni salitina.... piede a terra e spingere, io, mentre lei si sparava 16 km. 

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