A Fabio, 5 aprile 2009.

venerdì 30 marzo 2012

27 gradi...

Lunedi, pero', ero uno zombi. Il doppio sforzo fisico mi ha distrutto, cosi' ho dovuto "proprio" riposare. Martedi stavo gia'meglio, per prudenza non ho corso, ma mi sono dedicato ad una tosta seduta di nuoto, che poi preparo io stesso, e non dovrei meravigliarmi, visto che adatto quelle dei master.

La settimana scorsa mi ero sottoposto a mappatura dei nei, e dato che uno era un po' sospetto (cioe' "potenzialmente" in grado di diventare melanoma) io che non ho mai dubbi sul fatto che prevenire e' meglio che curare, ho fissato per martedi l'asportazione laser del neo "sospetto". Cinque minuti di laser e passano tutti i dubbi. Peccato solo aver perso la seduta master di mercoledi, perche' comunque una cicatrizzazione ci voleva, sia pure minima.

Ma dando un'occhiata alle previsioni l'anticiclone delle Azzorre prometteva per tutta la settimana non solo bel tempo, ma pure caldo. E potevamo non inaugurare la stagione delle scalate proprio ora? Cosi' mercoledi, con il cinno, alle 8 siamo partiti alla volta di Fietta, per la prima arrampicata al Monte Grappa. Non prima di esserci dotati del taccuino "Brevetto del Grappa 2012" con tanto di nuova (e decima) salita inedita.





Ovviamente ho scelto un versante inedito per me, non esasperato, ma nemmeno facile (come ce ne fossero...) e trovato il punto di timbratura (la simpatia non e' compresa...) partiamo per la scalata 3.

Subito e' bella tosta, 12, 13% per la frazione Sant'Andrea, poi spiana un po', riparte decisa al bivio, dove la scritta "La Vedetta" ci indica la via. procediamo piuttosto lentamente, chiaramente il cinno ne ha di piu' e va. Mi godo i primi tornanti (di una lunga serie), tutti con pendenza intorno all'8%, che saranno inframezzati dal "Salto della capra", una sequenza di curve e controcurve con un punto di pendenza estrema (18-20%) compreso in un 600m da brivido al 15% medio.


Mentre affronto l'inizio di tutto cio' (che inizia dopo il nono tornante, sinistroso, poco dopo la netta impennata della pendenza) in trans mistica, il cinno con voce quasi piangente mi viene incontro dicendomi che ha rotto la catena. Di netto. Ovviamente io, oltre a possedere uno smaglia catena (ma in auto, 7 km piu' sotto), non ho assolutamente idea di come usarlo, e nonostante mezzogiorno, un tentativo di salvataggio della scalata lo facciamo, tornando da cicli Premier, punto di distribuzione del taccuino.

Purtroppo riaprira' alle 14.30, ma dopo assicurazioni ("sono stato meccanico della Willier per 25 anni", il tutto in dialetto veneto strettissimo) ripartiamo dal punto in cui siamo ritornati, ovvero poco prima del salto. Neanche 750m e la sua catena si rompe di nuovo, con nuova mescola del cinno. Oramai, pero' e' troppo tardi e torniamo scornati a Bologna. Solo rimandato, il salto della capra.

Cosi', ieri, mi sono buttato sulla Valle del Sillaro, partendo dal cimitero di Castel San Pietro e arrivando a Sassoleone smoccolando a destra e a manca per il vento sempre contrario. Gamba durissima, ma certi sforzi (il Grappa) daranno i frutti in un futuro piu' lontano. Sempre dura questa vallata, perche' non e' mai tutta salita, non e' mai tutta discesa, e in certi punti i rilanci (specie al ritorno in discesa) spaccano le gambe di netto.

Ed infine oggi, altra seduta di nuoto, adattata da quella dei master (un 2450m variato e con continue variazioni di ritmo, passo e stile). Sono pronto per il doppio di domani, mattina in bici, pomeriggio di corsa!

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